Una piazza, due luoghi: uno nuovo, bentenuto, dotato di attrezzature sportive e ricco di verde; l’altro abbandonato, sporco, senza illuminazione e perfino pericoloso. Due luoghi così vicini eppure così lontani nella qualità dello spazio, uniti dagli stessi percorsi pedonali, uno interno al giardino e uno lungo il marciapiede est del lungomare, all’altezza di piazza Europa.
Stiamo parlando di piazza Leonardo Sciascia a Catania, della quale recentemente il Comune di Catania ha inaugurato l’estensione verso nord, aprendo ai cittadini un’area che, prima dei lavori, era chiusa, abbandonata e incolta, e che ora è felicemente frequentata da famiglie e cittadini. Proprio di fianco, quel che resta della parte già aperta da tanti anni, dove il prato è scomparso da tempo, il parapetto in vetro sulla scogliera, soluzione ideata per poter vedere bene il mare, è occultato dai graffiti se non, in alcuni punti, privo di pannelli con tanto di transenne e reti in plastica rosse per evitare di cadere di sotto. E ancora pavimento con pericolose buche in più punti, illuminazione non funzionante e mai riparata (dopo il tramonto l’area è quasi totalmente al buio), sterpaglie, terra dissestata e sporca al posto del prato e rivestimenti delle sedute tutti sbeccati: condizioni di elevato degrado, dunque.
Ebbene, la parte in migliori condizioni, certamente “aiutata” dall’inaugurazione recente, è quella gestita direttamente dall’amministrazione comunale. L’altra parte, peraltro l’ingresso al lungomare per chi arriva a piedi da viale Africa (cioè il percorso più battuto dai turisti), è invece in gestione al Parcheggio Europa, essendo stata realizzata, al posto del precedente spazio pubblico, in occasione della costruzione dell’omonimo parking multipiano interrato, che qui ha il suo ingresso carrabile.
Se, fino a poco tempo fa, l’assenza della nuova area attrezzata da poco aperta al pubblico, aveva quasi fatto dimenticare ai cittadini l’esistenza di questa terrazza sul mare, un luogo divenuto ormai pericoloso, la fruibilità del nuovo spazio acquisito ha adesso, invece, richiamato quell’attenzione, colpevolmente mancata per anni, sullo spazio già esistente e da recuperare. Il contrasto è netto e la bellezza e l’atmosfera che si respira nella parte nuova, stridono non poco con l’ambiente degradato in gestione a privati, ma di pubblica fruibilità.
L’auspicio è che nel brevissimo termine, la società privata che ha in gestione l’area si occupi di ripristinare sicurezza, ordine e decoro, così come dovrebbe anche essere sollecitato dal Comune di Catania. Comune che, a quanto trapela, sulla scia dell’entusiasmo per il successo della recente inaugurazione, pare stia tentando di riacquisire anche la parte della piazza in condizioni degradate, per poter intervenire direttamente con un nuovo progetto. Prospettiva sicuramente positiva. Nel frattempo, però, è indegno di una città civile lo stato dei luoghi: chi di competenza, oltre che ottemperare a un obbligo, ha anche il dovere etico di restituire ai cittadini uno spazio pubblico consono.